Cosa ci trattiene dal non combattere



Cosa vi trattiene dal non combattere, dal vivere ai ripari per non mettervi in gioco? È la vostra casa, così calda e sicura, che tra una spesa e l’altra vi sta costando il sangue? Sempre beato chi c’è l’ha. È quella miseria di stipendio, guadagno di un lavoro che non vi fa più vivere? È la vostra auto lucidata a nuovo, status symbol dell’uomo moderno che misura la sua virilità con la grandezza della carrozzeria e il rombo dei motori? Sarà il vostro cellulare, quel computer e altre diavolerie sempre più piccole, protesi contro la solitudine che non vi fanno ammettere che in realtà non vi si fila nessuno? O forse sono gli affetti, gli amici sempre pronti a voltarvi puntualmente le spalle nel momento del bisogno, l’illusione di un amore che duri in eterno; oppure la famiglia, quella casa materna che è una tana in cui trovare rifugio e farsi coccolare… quando non saltano fuori discorsi sull’eredità o la proprietà?
Non vi rendete conto che tutto ciò che vi lega, che vi blocca, tutto il vostro mondo è solo una interminabile pubblicità con la stessa ipocrisia dei sorrisi a tavola negli spot delle merendine. Siete incatenati da vincoli che la società vi ha imposto che seguite ormai per abitudine, convinti che il massimo della realizzazione sia collezionare inutili idiozie. Ma in realtà non avete nulla, non possedete i vostri oggetti –molti dei quali pagate ancora a rate-, non siete padroni del vostro lavoro, non siete padroni neppure della vostra vita, questo mondo vi ha vinto e soggiogato e continuate a trascinarvi da una prigione all’altra, spenti e vuoti, proseguendo a recitare un ruolo che non vi appartiene.
È arrivato il momento di fermarci, di voltarci e guardare ciò che abbiamo e ciò che invece ci manca e domandarci se questa è davvero la vita che meritiamo. Cosa ci trattiene dal non combattere?

M.V.F.